Ieri sera, un sabato qualsiasi mi
sono cimentata in una di quelle discussioni molto impegnative…
Il discorso ha preso una strana
piega, non ricordo bene da dove siamo partiti…ma ad un certo ci siamo trovati a
parlare di diversa abilità nella società italiana di oggi… Alcuni commenti
relativi al come costruire
l’integrazione, all’esigenza di maggiori strutture che possano accogliere
persone con problematiche “particolari” mi ha fatto sobbalzare…ma ho ascoltato
in silenzio..volevo capire…
Poi ho tenuto una sorta di
monologo, in quanto io che, ero stata in contatto per anni con certe realtà
ritenevo la maggior parte delle loro affermazioni fossero fuori luogo e proprio
quel loro “credere” che, per alcune persone fosse adeguato vivere in
determinati contesti, accuditati da professionisti di un certo tipo, lontani
dai propri affetti, lontani dalla normale quotidianità (fatta di amicizie,
amore, lavoro, impegno)… mi ha fatto perdere le staffe perché è proprio lì il
punto, ragionando in quella maniera l’integrazione non avverrà mai.
L’integrazione oggi dovrebbe
essere la normalità, invece ci si ritrova ancora a parlarne…
Come dico sempre per me si parte
dalla famiglia, dall’accettazione familiare e dal senso di responsabilità…la
famiglia è l’esempio, la famiglia è una piccola comunità in cui si manifesta un
sistema valoriale….non si può, non si deve pensare che lo Stato possa fare
tutto e farlo nel modo giusto è impossibile…semplicemente perché quello che può essere adeguato per
uno non lo è per l’altro… e poi si deresponsabilizza la persona, la famiglia o no?
Poi ci dovrebbe essere quel senso
di civiltà, che spesso manca e che dovrebbe riconoscere a tutte le persone valore,
dignità e possibilità di crescita normo o non…
I limiti li abbiamo tutti, sono
semplicemente più o meno manifesti, ma quello che deve essere concesso è la
possibilità di migliorarci per far crescere il nostro potenziale qualunque esso
sia.
Dovremmo essere talmente
intelligenti dà togliere le etichette alle persone…
Ci sono persone con deficit
fisici pesantissimi che hanno fatto della loro vita un capolavoro, ci sono
altrettante persone che hanno problematiche altrettanto serie che si sono
lasciate andare che vivono in istituti e aspettano che il tempo passi…è
ingiusto…ma dove sta la differenza…
Alcuni hanno preso la decisione
di vivere, di emergere puntando sulle loro capacità… scegliendo di rimanere
fuori da certi contesti istituzionali…. Altri presi dallo sconforto si sono
adeguati al pensiero comune..si sono arresi…
Potrei portare decine di esempi
ma mi sembra irrispettoso quindi non lo farò… penso che tutti leggiamo i
giornali, guardiamo la televisione quindi sapete di cosa sto parlando…
Nella vita di tutti i giorni
pensiamo alla persona diversamente abile come qualcuno che ha bisogni tanto
lontani dai nostri, qualcuno che deve vivere in contesti diversi dai nostri,
qualcuno che …
Ba, secondo me tutti abbiamo dei
bisogni, tutti abbiamo dei sogni, tutti abbiamo il diritto di vivere nella
maniera più piacevole possibile, a seconda poi delle nostre peculiarità
scegliamo come soddisfarci…
Ma sembra che certi concetti
nella loro semplicità portino un gran scompiglio… sicuramente fin che nessuno
nè parla in certi termini, prendendosi anche la responsabilità di quello che
esplicita le cose non cambieranno mai…
Tutto questo discorso è il mio personale modo di vedere la questione.
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