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domenica 25 marzo 2012

Diversa abilità e civiltà (una chiacchierata impegnativa)


Ieri sera, un sabato qualsiasi mi sono cimentata in una di quelle discussioni molto impegnative…
Il discorso ha preso una strana piega, non ricordo bene da dove siamo partiti…ma ad un certo ci siamo trovati a parlare di diversa abilità nella società italiana di oggi… Alcuni commenti relativi  al come costruire l’integrazione, all’esigenza di maggiori strutture che possano accogliere persone con problematiche “particolari” mi ha fatto sobbalzare…ma ho ascoltato in silenzio..volevo capire…
Poi ho tenuto una sorta di monologo, in quanto io che, ero stata in contatto per anni con certe realtà ritenevo la maggior parte delle loro affermazioni fossero fuori luogo e proprio quel loro “credere” che, per alcune persone fosse adeguato vivere in determinati contesti, accuditati da professionisti di un certo tipo, lontani dai propri affetti, lontani dalla normale quotidianità (fatta di amicizie, amore, lavoro, impegno)… mi ha fatto perdere le staffe perché è proprio lì il punto, ragionando in quella maniera l’integrazione non avverrà mai.
L’integrazione oggi dovrebbe essere la normalità, invece ci si ritrova ancora a parlarne…
Come dico sempre per me si parte dalla famiglia, dall’accettazione familiare e dal senso di responsabilità…la famiglia è l’esempio, la famiglia è una piccola comunità in cui si manifesta un sistema valoriale….non si può, non si deve pensare che lo Stato possa fare tutto e farlo nel modo giusto è impossibile…semplicemente perché quello che può essere adeguato per uno non lo è per l’altro… e poi si deresponsabilizza la persona, la famiglia o no?
Poi ci dovrebbe essere quel senso di civiltà, che spesso manca e che dovrebbe riconoscere a tutte le persone valore, dignità e possibilità di crescita normo o non…
I limiti li abbiamo tutti, sono semplicemente più o meno manifesti, ma quello che deve essere concesso è la possibilità di migliorarci per far crescere il nostro potenziale qualunque esso sia.
Dovremmo essere talmente intelligenti dà togliere le etichette alle persone…
Ci sono persone con deficit fisici pesantissimi che hanno fatto della loro vita un capolavoro, ci sono altrettante persone che hanno problematiche altrettanto serie che si sono lasciate andare che vivono in istituti e aspettano che il tempo passi…è ingiusto…ma dove sta la differenza…
Alcuni hanno preso la decisione di vivere, di emergere puntando sulle loro capacità… scegliendo di rimanere fuori da certi contesti istituzionali…. Altri presi dallo sconforto si sono adeguati al pensiero comune..si sono arresi…
Potrei portare decine di esempi ma mi sembra irrispettoso quindi non lo farò… penso che tutti leggiamo i giornali, guardiamo la televisione quindi sapete di cosa sto parlando…

Nella vita di tutti i giorni pensiamo alla persona diversamente abile come qualcuno che ha bisogni tanto lontani dai nostri, qualcuno che deve vivere in contesti diversi dai nostri, qualcuno che …
Ba, secondo me tutti abbiamo dei bisogni, tutti abbiamo dei sogni, tutti abbiamo il diritto di vivere nella maniera più piacevole possibile, a seconda poi delle nostre peculiarità scegliamo come soddisfarci…

Ma sembra che certi concetti nella loro semplicità portino un gran scompiglio… sicuramente fin che nessuno nè parla in certi termini, prendendosi anche la responsabilità di quello che esplicita le cose non cambieranno mai…

Tutto questo discorso è il mio personale modo di vedere la questione.

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